Poesia lunare
E' un tema caro ai poeti. Ho trovato tra le mie musiche una canzoncina che mi era stata commissionata da una scuola per la recita della bambola ammalata,( non so se poi e' stata eseguita!). Si tratta di un celebre testo di Bertold Brecht che era stato revisionato per le scuole da Strehler, il mitico regista del Piccolo Teatro di Milano, in cui al posto di adulti e un bambino, abbiamo protagonisti la bambola trovata per strada, mal messa, stracciata,contesa da due bambine,le piccole protagoniste. Non so perchè, ho immaginato che la scena rappresentante le bambine intorno alla culla della bambola dovesse avvenire in una notte di luna e scrissi:

Ninna nanna della bambola

Dormi, mia bambolina
dormi nel tuo lettino.
Luna che guardi,
luna che sai,
la bambolina tu veglierai.

Nel ciel che imbruna
intorno alla luna
mille stelline guardan quaggiu'.
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La luna e' alta, lontana, distante, veglia sulle bambine e sulla bambola. Non è necessariamente amica, come al contrario immaginai in seguito a momenti dolorosi, in cui il grande conforto mi venne proprio in questo immergermi nella natura, soprattutto quando è cosi straordinaria. Era una notte estiva: nulla si frapponeva fra me, la luna, le nuvole: né luci artificiali, né presenze di oggetti di natura umana, il silenzio sembrava quasi frutto di incantesimo, condizioni che sembrano quasi inverosimili in una citta' come Milano, ma possibili nel mese d'agosto, così avvenne che scrissi la mia prima poesia.

Elena

Non so perchè, ma la bambolina che la luna veglia potrebbe essere la bambina stessa come (per me) la luna potrebbe simboleggiare in modo molto poetico l'angelo custode. La luna, la sento in effetti buona. In ogni caso è bella la poesia, delicata. Sarebbe bello se tu stessa le scrivesti una bella melodia
Non credi?
Bellissima poesia, grazie.
Pia

Grazie, Maria Pia, la melodia e parole, molto semplici,per la recita, in un ambito ristetto,, con una punta di vivacità nella seconda parte: luna che guardi...
Elena

...le ho scritte insieme. Scusa il doppio post, ma credevo di avere teminato la frase.
Elena